Per il sociale

LA LOTTA AL SOVRAINDEBITAMENTO

Dopo l’emergenza Covid-19 e la grave crisi finanziaria che ne è scaturita, il debito è diventato un fenomeno di “massa”, riscontrandosi un sovraindebitamento sempre più diffuso a livello individuale o meglio, familiare.

Con il termine “sovraindebitamento”, si intende una situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte ed il proprio patrimonio prontamente liquidabile, nonché la definitiva incapacità di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni.

Tale definizione, piuttosto ampia, contempla le fattispecie in cui il “debitore” sperimenta serie difficoltà ad onorare le rate di uno o più finanziamenti contratti nel tempo, ovvero di un mutuo fondiario, ovvero ancora dei tributi. La procedura di sovraindebitamento è applicabile ai soggetti non fallibili in grosse difficoltà economiche e con debiti verso terzi, ovvero:

  • i piccoli imprenditori (commercianti, artigiani, professionisti) o gli imprenditori sotto soglia,
  • i privati cittadini senza P.IVA., se hanno contratto debiti per scopi diversi dall’esercizio dell’attività professionale.

Esistono quattro procedimenti tramite cui si può gestire la crisi da sovraindebitamento:

La ristrutturazione dei debiti del consumatore che riguarda solo i debiti contratti per scopi personali e non professionali;

Il concordato minore, cioè un accordo relativo a piccole imprese e aziende agricole;

La liquidazione controllata del sovraindebitato che permette di recuperare i crediti tramite la vendita di tutto il patrimonio del debitore. Possono usufruire di questa modalità tutti i soggetti non fallibili.

L’esdebitazione del debitore totalmente incapiente che è riservata alle persone che al momento attuale non hanno a disposizione nulla da offrire ai creditori, la procedura resta aperta per 4 anni durante i quali la sfera economica del soggetto liberato dai debiti viene monitorata.

Il procedimento di Sovraindebitamento è disciplinato nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza di cui al d.lgs. 12 gennaio 2019, n.14 (aggiornato con le modifiche apportate dal D.lgs. 17 giugno 2022 n. 83) entrato in vigore il 15 luglio 2022. Il codice della Crisi ha sostituito i “Procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio” che dal 2012, con l’entrata in vigore della l. 27 gennaio 2012 n. 3, abbiamo imparato a conoscere.

È escluso dalla procedura di sovraindebitamento ogni debito che riguarda:

  • gli obblighi di mantenimento
  • la corresponsione degli alimenti
  • il risarcimento extracontrattuale.

Da un punto di vista pratico, la procedura compositiva della “crisi da sovraindebitamento”, consente  al comune debitore di fornire una soluzione globale a tutto il proprio passivo, a mezzo di un nuovo strumento che investe l’intero patrimonio, con il vantaggio di sottoporlo ad una ristrutturazione del debito su misura;  per il debitore si avrà il vantaggio di evitare i tempi ed i costi delle esecuzioni individuali, che non sempre si pongono come strumenti efficaci a salvaguardare i diritti patrimoniali lesi, potendo fare ragionevole affidamento su di un “piano di rientro” omologato.

Il professionista abilitato ad assistere il debitore nelle procedure di composizione della crisi assume la qualifica di Gestore della Crisi al termine di un corso ed il superamento di un esame.

LA LOTTA ALLA DISCRIMINAZIONE SUL LUOGO DI LAVORO: CERTIFICAZIONE DELLA PARITÀ DI GENERE

La legge n. 162/2021 prevede la Certificazione della Parità di Genere per ridurre le disparità sul posto di lavoro. Una misura che il Governo ha inserito nel PNRR – Missione 5, “Inclusione e Coesione” – destinandovi 10 milioni di euro.

L’UNI/PdR 125:2022 è una prassi di riferimento con cui l’Ente Italiano di Normazione (UNI) ha inteso fornire una linea guida per la preparazione di un sistema di gestione interno a una organizzazione, dedicato alle politiche che realizzino e promuovano la parità di genere.

L’intento è inquadrato all’interno delle iniziative per le pari opportunità inserite nel PNRR ed ha come scopo quello di migliorare l’equità lavorativa fra uomo e donna all’interno delle aziende. Oltre al miglioramento lavorativo, l’obiettivo è anche quello di favorire la competitività delle aziende certificate UNI/Pdr 125:2022, che possono vantare una reputazione virtuosa nel trattamento dei propri dipendenti.

La certificazione, per le imprese con meno di 50 dipendenti, è di tipo volontario e, per ottenerla, l’azienda deve dimostrare il rispetto di una serie di indicatori di prestazione (KPI), declinati su diverse aree di intervento. Il rispetto di almeno il 60% dei traguardi previsti nei vari ambiti viene valutato da un Ente di certificazione terzo, che rilascia il certificato.

Le Aree di intervento sono le seguenti:

  1. Cultura e strategia (5.2)
  2. Governance (5.3)
  3. Processi HR (5.4)
  4. Opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda (5.5)
  5. Equità remunerativa per genere (5.6)
  6. Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro (5.7)

Gli aspetti aziendali più sensibili e che devono essere regolamentati nell’ottica della parità di genere, sono indubbiamente quelli che riguardano le politiche di assunzione, l’equità salariale, la cura della genitorialità, la conciliazione vita-lavoro, le attività di prevenzione di ogni tipo di molestia sul luogo di lavoro.

Vantaggi e sgravi fiscali per le aziende certificate UNI/PdR 125

  1. A partire dall’anno 2022, alle aziende private in possesso della certificazione di parità di genere UNI/Pdr 125:2022 è concesso un bonus contributivo sul versamento dei contributi previdenziali complessivi a carico del datore di lavoro. L’esonero è applicato su base mensile e parametrato in misura non superiore all’1% del dovuto, nel limite massimo di 50.000 euro annui per ciascuna azienda.
  1. Alle aziende private che, alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, siano in possesso della certificazione sulla parità di genere, è riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.

Incentivo di Regione Lombardia per la certificazione della parità di genere

La Regione Lombardia ha previsto il seguente incentivo, in regime di De Minimis, tramite bando Unioncamere Lombardia, per un massimo di copertura dell’80% sul totale delle spese sostenute:

€7.000,00: valore massimo a copertura di servizi di consulenza;

€9.000,00: valore massimo a copertura dell’Ente di certificazione.

L’agevolazione è suddivisa in due linee di contributo a fondo perduto:

  • servizi consulenziali di accompagnamento alla certificazione (Linea di finanziamento A);
  • servizio di certificazione della parità di genere rilasciato da organismi di valutazione della conformità accreditati (Linea di finanziamento B).

Gli importi, il cui ammontare dipende dal numero di dipendenti alla data di presentazione della domanda, sono indicati di seguito:

Per entrambe le linee di finanziamento il contributo pubblico erogato per singola impresa non potrà superare l’80% delle spese ammissibili. E’ ammissibile presentare domanda per entrambe le linee di intervento, nel caso si scelga di presentare domanda esclusivamente per la linea A, è obbligatorio presentare domanda anche per la linea B. Tutte le attività (a partire dalla stipula dei contratti) dovranno essere realizzate e le relative spese dovranno essere sostenute solo dopo la data di concessione.

Incentivo nazionale per la certificazione della parità di genere

Vi sono ulteriori incentivi a livello nazionale, ancora in fase di attuazione:

  • Contributo, erogato agli Organismi di Certificazione accreditati, per un massimo di €12.500 a impresa
  • €2.500 a impresa erogati direttamente alle imprese per coprire le spese di servizi di consulenza e accompagnamento alla certificazione, tramite sistema di voucher

A questo link è possibile trovare i relativi aggiornamenti: Contributi per la certificazione della parità di genere

La lotta alla violenza e alla discriminazione di genere

Crediamo che i giovani e le donne rappresentino risorse necessarie. Abbiamo quindi assunto un impegno etico, di solidarietà sociale per la lotta contro le discriminazioni e la violenza. Sosteniamo l’ A.D.G.I. (Associazione Donne Giuriste Italia) Sezione di Savona e lo Sportello Antiviolenza Alda Merini di Albissola Marina (SV).